Componenti del Gruppo: Noemi Cavaletto, Paola Rocci, Elena Gadoni, Daniela Messina
Data 03 - 06/10/2023 sede IPS Velso Mucci (Bra)
Il tinkering ("armeggiare") è una metodologia didattica basata sulla sostenibilità, ossia sull'utilizzo di materiali di recupero, reperibili anche in casa, per dar loro una seconda vita, con una valenza didattica. Nel tinkering, si possono utilizzare strategie didattiche attive di vario tipo, come il cooperative learning, gli EAS, la flipped classroom, ecc..., ed è una metodologia che permette di apprendere attraverso il learning by doing. Molto importante è il setting d'aula che permetta la cooperazione e l'approccio laboratoriale. Il tinkering può essere effettuato non solo in aula, ma anche outdoor, sia con l'osservazione diretta, sia con il reperimento di materiali da utilizzare indoor in un secondo momento.
Il tinkering permette di lavorare non solo sugli aspetti didattici, ma anche sulle soft skills degli alunni e sul team building, da cui è fondamentale partire per aumentare il senso di appartenenza al gruppo e per comprendere la necessità di attuare strategie collaborative per raggiungere l'obiettivo. Un semplice esempio di team building sfruttando il tinkering è la costruzione del ponte autoportante di Leonardo, utilizzando ad esempio dei bastoncini di legno tipo shangai, in cui viene subito fuori, da parte degli alunni, la necessità di richiedere aiuto ai compagni e di collaborare.
L'utilizzo di una scheda Micro Bit, così come di schede programmabili come Arduino, permette di creare dei semplici circuiti che possono essere utilizzati per molti obiettivi differenti, partendo dal problem solving per arrivare al tinkering stesso, affrontando varie esperienze che permettono di migliorare le competenze digitali e il pensiero computazionale, e veicolare dei contenuti didattici specifici applicabili anche alla didattica outdoor. Ad esempio, utilizzando il software TinkerCad, è possibile simulare un circuito con Micro Bit e creare il codice tramite la programmazione a blocchi, da scaricare poi sulla scheda: per la didattica outdoor, ad esempio, si può programmare MicroBit per creare una bussola, oppure uno strumento per misurare la conducibilità del terreno, raccogliendo così dei dati sul campo.
Durante la formazione abbiamo fatto un'esperienza pratica di didattica outdoor ai Giardini della Rocca di Bra. In particolare, abbiamo potuto toccare con mano l'engagement e l'interesse che un'attività come la costruzione di un missile ad acqua può avere su un gruppo di bambini della scuola primaria che, casualmente, abbiamo incontrato al parco. I bambini sono stati coinvolti, con molto entusiasmo da parte loro, nella costruzione del missile con materiali di recupero, momento in cui i giovani alunni hanno collaborato per assemblare le varie parti. L'attività ludica coinvolgente è stata occasione per veicolare importanti concetti scientifici, come la pressione, la comprimibilità di gas e liquidi, il riciclo dei materiali, ecc... A seguito di questa attività, ci siamo divisi in gruppi di lavoro per esplorare il parco con l'ausilio di app per smartphone come iNaturalist, BirdNet, Geocaching, PlantNet, ecc..., che hanno permesso di identificare flora e fauna presente nel parco e di fare riflessioni sul territorio e sulla presenza di specie non autoctone. L'uso di app di questo tipo per un'attività didattica outdoor permette di utilizzare lo smartphone in modo consapevole e positivo, sviluppando competenze digitali e di cittadinanza, anche attraverso attività di citizen science.
In una seconda parte della formazione abbiamo riflettuto sulla sostenibilità energetica e sugli obiettivi dell'Agenda 2030, nonchè sulle trasformazioni dell'energia nelle sue varie forme. Abbiamo esplorato il sito PhET, che permette di fare delle simulazioni di esperimenti fisici che mostrano proprio la trasformazione dell'energia. Successivamente, dal punto di vista pratico ed esperienziale, sempre usando l'approccio del tinkering abbiamo creato delle semplici esperienze laboratoriali, tra cui:
"pila a patata", che ha permesso di verificare (tramite accensione di un led) il passaggio di corrente attraverso 6 semicelle in serie (formate da mezze patate), grazie alla presenza di sali in soluzione acquosa all'interno del tubero. In maniera analoga, è possibile costruire una rudimentale pila di Volta
produzione di idrogeno mediante elettrolisi dell'acqua, alimentando la cella sia tramite una batteria da 9 V, sia tramite un piccolo pannello solare (riflettendo così sulla produzione dell'idrogeno da parte dei pannelli solari posti in Algeria)
"treno giapponese", che ha permesso di simulare la levitazione magnetica tramite l'energia elettrostatica
"il tubo più lungo del mondo", che ha permesso di comprendere il funzionamento dei freni magnetici
"motore... senza motore", ossia creare un motore omopolare in grado di far ruotare una piccola elica senza produrre sostanze di rifiuto
Abbiamo poi svolto delle attività laboratoriali per trattare alcuni aspetti del ciclo dell'acqua:
"nuvola in bottiglia", che tramite i vapori di alcool denaturato ha permesso di creare una "nuvola" all'interno dei una bottiglia di plastica sfruttando il brusco passaggio da una condizione di alta ad una di bassa pressione
"depuratore di acqua", che ha permesso di depurare dell'acqua "sporca" tramite la filtrazione attraverso un modellino di suolo formato da diversi strati a diversa granulometria. L'acqua depurata, assieme a dell'acqua contaminata da saliva e a dell'acqua non filtrata, sono state poi osservate quantitativamente tramite un "microscopio a laser", che ha permesso di verificare come l'acqua filtrata attraverso il modellino di stratificazione del terreno contenesse meno particolato in sospensione rispetto, ad esempio, all'acqua contaminata dalla saliva. Questa esperienza ci ha permesso inoltre di riflettere sul fatto che, se la filtrazione attraverso il terreno può aiutare a trattenere delle particelle di maggiori dimensioni, essa risulta inefficace per trattenere ad esempio le polveri sottili, che così continuano a circolare nel ciclo dell'acqua senza poter essere filtrate.
"La scuola non è riempire un secchio,
ma accendere un incendio"
W. B. Yeats